Educazione positiva: il difficile equilibrio tra i sì e i no.

fruittella senza gelatina

Sono cresciuta con molti no, come tanti della mia generazione, ma per me e per le mie sorelle non ci sono stati solo no: i miei genitori, a dire il vero, hanno cercato anche di dispensare sì, oltre che no, senza grossi timori di crescere figlie viziate e prepotenti, anche se i sì non andavano poi così di moda.

Perché?

Perché senza che si parlasse ancora di educazione positiva, loro in qualche modo la praticavano: erano sicuri che in una famiglia con dei valori solidi e dei princìpi fermi e chiari non sarebbe potuto accadere niente di male a concedere, oltre che a negare.

Ecco perché io non ho mai creduto che un’educazione fondata esclusivamente sui no aiutasse a crescere uomini e donne ma ho sempre pensato, al contrario, che un equilibrio tra i no e i sì fosse più che mai necessario.

Io nell’educazione positiva ci credo, ne parlo da anni e cerco di praticarla.

Ma in cosa consiste, alla fin fine, l’educazione positiva? Su cosa si basa?

Ne abbiamo parlato con una esperta, grazie a Fruittella:

1) Innanzitutto l’educazione positiva si fonda sul rispetto del bambino, che riconosciamo come una persona, una piccola persona, con sentimenti ed emozioni.

2) No ad atteggiamenti di prevaricazione, di prepotenza, meno che mai di umiliazione.

Che non significa non dare regole, attenzione, le regole per i bambini sono importanti.

I no sono imprescindibili, danno i confini all’interno dei quali i nostri figli crescono sicuri, servono per dare loro dei punti fermi educativi, ma servono anche, non dimentichiamolo, per preservarne l’incolumità.

Esistono però dei no che diciamo come fossero una risposta automatica e immotivata, quasi per abitudine o perché semplicemente crediamo di dovere usare più no che sì… Ecco, questi sono dei no inutili che generano frustrazione sia nel genitore che nel bambino.

fruittella senza gelatina

 

3) attenzione alle parole: usiamole in modo consapevole.

L’obiettivo non deve essere ferire, ma guidare, essere un punto di riferimento accogliente.

Un “non fare questo” può diventare un “fai quest’altro”.

Non discutiamo mai il bambino in sé, ma il singolo comportamento.

4) prendiamoci cura del nostro modo di essere genitori: riflettiamo sempre sul nostro ruolo e sul nostro modo di esercitarlo.

Cosa sto trasmettendo dicendo/facendo queste cose?

Siamo davvero consapevoli del dove vogliamo arrivare e del come arrivarci.

5) ascoltiamo i figli, non minimizziamo mai i loro dolori, la rabbia, le ferite: per loro sono grandi drammi. Insegniamo loro ad affrontarli, a reagire, non passiamo il messaggio che non li capiamo.

“Lo so che è importante, ti capisco, sarei arrabbiato/addolorato/in lacrime anche io…” e da lì, dalla vicinanza che creiamo, partiamo per insegnare loro a reagire e a ripartire.

A che serve minimizzare e farli sentire frustrati?

6) usiamo di più i sì, perché i sì possono essere occasione di condivisione, di bei momenti insieme, di crescita.

Sì al passare del tempo insieme, un tempo che sia di qualità.

Non importa cosa si fa, importa che si facciano attività che piacciano ad entrambi, fosse anche guardarsi insieme un film in TV.

Non focalizzatevi sull’attività, il punto non è giudicare cosa fate, ma stare insieme.

 

Cerchiamo di esserci davvero in quei momenti, senza telefono in mano, senza pensieri: vediamoli davvero i figli, facciamoli sentire visti e ascoltati, ne sono degni e imparare a considerarsi tali.

Fruittella ci ha suggerito un modo semplice ed efficace per creare momenti sì, un modo replicabile da tutti i genitori: ci ha mandato una lavagnetta, un pennarello e un braccialetto.

Sulla lavagnetta io e Leo abbiamo segnato delle attività che avremmo voluto fare insieme, dei momenti sì che ci avrebbero reso felici. Ne abbiamo scelta una ciascuno, alternandoci nello scriverle.

Lui ad esempio ha scelto di essere affiancato per un pomeriggio nei compiti (cosa che genera sempre una certa discussione) e di fare la pasta fresca insieme (cosa che adora fare e soprattutto poi mangiare), io (da brava pigrona) di guardare un film insieme scelto da me, lui di fare del giardinaggio insieme e via così.

Questa idea di stilare un elenco di attività da cui attingere ogni volta che si ha voglia di passare un momento sì insieme è un ottimo spunto ed è sicuramente replicabile da chiunque.

Provateci!

Fruittella poi ci ha aggiunto un plus: ci ha mandato un braccialetto da collegare allo smartphone per partecipare così con altre famiglie ad un conteggio comune di tutti i momenti sì che ci siamo regalati e riuscire tutti insieme a donare dei materiali educativi ai bambini in difficoltà sostenuti dalla Fondazione Arché.

Insomma, abbiamo creato momento sì per noi e per chi ha meno possibilità di crearne.

Post in collaborazione con Fruittella

#fruittella #ilpoterediunsi

 

 

 

 

 

 

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