Adolescenti e lavori estivi

L’estate è alle porte e si pone il problema di come intrattenere i figli.
I bambini si divertono con niente, hanno bisogno di giocare, giocare e ancora giocare.
Ma gli adolescenti?
Sono in un’età delicata, hanno bisogno di contatti con i pari, ma al contempo lasciarli a loro stessi dalla mattina alla sera non è di certo un’opzione percorribile.
Se penso a quand’ero ragazzina io, la risposta a come occupare almeno parte delle giornate era ovvia: lavorando.
Il mio primo lavoro ufficiale è stato in un noto ristorante della mia zona.
Avevo 14 anni e ne dimostravo 10: lavavo i bicchieri, lucidavo le posate, preparavo i pinzimoni.
Poi sono stata “promossa” in sala, e facevo davvero ridere: una “bambina” alta un metro e una spanna che serviva ai tavoli, per tutti ero semplicemente “la bambolina”.
Ma io ero orgogliosa di lavorare e guadagnare i primi soldi. Partivo con il mio “rapido”
lo ricordate? Fa davvero anni 80, ma quanto l’ho amato!
e andavo ovunque, mattina, pomeriggio, sera.
Ho sempre fatto la cameriera, da allora. In pizzeria, per lo più, e matrimoni come “extra” (una figata, anche 8 ore di lavoro di seguito e quindi taaanti soldi).
Prima per guadagnare qualcosa, per una pizza o qualche vestito, poi per mantenermi all’università. Ci sono stati mille altri lavori, durante gli studi: la traduttrice, la portinaia, la barista, sostegno compiti, le famose “150 ore” all’Università, al Blockbuster (ecco, questo lavoro per i nostri figli è escluso!).
Ma la cameriera nei week end, quella è stata una costante.
Qualsiasi lavoro va bene, eppure sono convinta che almeno una volta nella vita bisognerebbe fare i camerieri.
Servire ai tavoli è un lavoro che andrebbe imposto a tutti gli adolescenti.
Può addirittura sostituire i compiti delle vacanze.
Sviluppa la logica.
Ancora adesso detesto se una cameriera resta pacifica a sparecchiare un tavolo vuoto, quando ci sono persone sedute che attendono di poter ordinare o, peggio, con bicchieri sporchi altrui sul tavolo: ma aprire gli occhi? Gestire le priorità?
Basta guardarsi intorno nelle pizzerie che frequentiamo quotidianamente per capire quanto non sia per nulla scontato.
 
Sviluppa concentrazione e capacità matematiche.
Decidere dove e come posizionare i tavoli, i clienti, gestire le ordinazioni…
E, soprattutto, riconoscere i piatti: vi sembrerà banale ma, vi assicuro, non lo è affatto. Quando dal forno ti escono in contemporanea 15 pizze da portare a 4 tavoli, e sul menu ci sono 45 pizze diverse, capire al volo quali sono, dove aggiungere il crudo, dove la rucola, dove quello che ti pare purchè i conti quadrino, non è cosa semplice.
Se poi si ha la possibilità di fare cassa ancora meglio: matematica, responsabilità, concentrazione, in un solo colpo.
Sviluppa, soprattutto, il carattere.
Serve ovviamente una buona dose di umiltà, gentilezza, sorrisi.
Ma bisogna anche saper tener testa e farsi valere, quando serve.
Con quanta gente spocchiosa e maleducata ho avuto a che fare!
Quando sei stato dall’altra parte della barricata, di sicuro certi atteggiamenti non li replicherai come “cliente”.
E anche gestire “il capo” non è cosa facile.
Eppure, a quanto mi dicono, far lavorare oggi un adolescente è un’impresa pressochè impossibile:
non si può lavorare stagionalmente prima dei 15 anni.
i ragazzi non possono lavorare in locali dove vengono serviti alcolici.
Non si può lavorare oltre le 22.
Ma ci sono mille lavori possibili.
Una ragazzina che conosco, 16 anni, pulisce le camere di un hotel vicino casa.
Un’altra, ha fatto la baby sitter tutta l’estate.
Mio marito passava tutte le estati ad Amburgo in un ricovero per anziani e d’autunno raccoglieva mele.
Io avrei avuto la possibilità della vendemmia, ma proprio non faceva per me.
Basta aver voglia di fare e, ovviamente nel rispetto della legge, qualcosa si trova.
Ma per tanti studenti che si impegnano, almeno altrettanti (probabilmente la maggioranza) non fa assolutamente nulla. Smartphone e smartphone, per 3 mesi.
Io, da mamma, posso giurare che non accetterò una cosa simile.
Non pretendo un impegno costante full time, per carità, ma un lavoro estivo sì.
Il mio ha quasi 13 anni e per me potrebbe già iniziare a fare qualcosa.
Non vuole andare al grest, non vuole centri estivi, e se anche lo costringerò non copriranno di sicuro tre eterni mesi estivi.
Sono certa che potrebbe tranquillamente raccogliere mirtilli e fragole, due o tre ore al giorno, mica otto, e sicuro non  morirebbe.
Peccato che mi metterebbero in galera.
E voi? Avete lavorato da ragazzine/i?
Lo pretenderete dai vostri figli?
Written By
More from Morna

Tutta invidia! Ma di cosa, esattamente?

Share this...FacebookPinterestTwitterLinkedinemailGiorni fa ho assistito all’ennesimo litigio social. La blogger– vip -youtuber...
Read More

15 Comments

  • anche io d'estate ho sempre lavorato per avere una certa "indipendenza" economica: avevo un papà cassintegrato e una mamma infermiera, mica potevo chiedergli 10mila lire per la pizza con le amiche. poi ho scoperto che facendo l'arbitro di calcio si guadagnavano 40mila lire a partite e da li sono cominciate anche le vacanze per i fatti miei. piccole conquiste per donnine in erba, ma che mi spno servite per capire il valore dei soldi e del tempo speso bene.
    deborah

  • Io lavoravo come commessa nel negozio di mia zia…ovviamente sfruttata al massimo e pagata pochissimo! poi all'università ho sempre fatto la baby sitter, e mi è servito molto!

  • Anche io sono a favore dei lavoretti estivi per chi sta studiando, anche se quando li facevo io era tutto in nero…è sempre andato tutto bene, ma l'amaro in bocca mi viene sempre quando ci penso!

  • Io non ho mai lavorato da ragazzina. Mio padre me lo aveva tassativamente vietato, diceva che o si lavora o si studia, fare due cose insime bene è impossibile e io dovevo studiare e basta (d'altra parte è un uomo, che ne poteva capire lui del multitasking?). Avrei tanto voluto fare qualche lavoretto, invece, anche per non dover chiedere sempre i soldi e cercherò di incoraggiare molto mia figlia in tal senso. Emy

  • D'accordissimo sui lavori estivi per gli adolescenti. Io ho fatto la barista, lavapiatti, cameriera alla sera in un bar. Avrei voluto fare anche qualche campagna dei pomodori, uva o patate ma mia madre me lo ha impedito perché secondo lei era troppo duro per me. Io vedevo diverse amiche che lo facevano ma lei niente, non ci sentiva. Così, visto che volevo un minimo di indipendenza economica le ho detto che avrei voluto lavorare in un bar o in un negozio. Insieme abbiamo sparso la voce e oltre al bar è arrivata un'amica di mia nonna con tanti bei registri contabili da compilare a mano e così io e mia sorella ci siamo prese quell'incarico e divise i soldi. Sono esperienze che aiutano e servono tantissimo, anche per entrare nel mondo del lavoro. Barbara

  • Io ammetto di non aver mai lavorato in estate! Sicuramente incoraggerò mio figlio in questo ma lo ammetto senza imposizioni, certo non vorrò vederlo tutto il giorno con lo smartphone, dovrà per lo meno dare una mano in casa…..

  • Sono d'accordo, a me non è capitato, forse perchè nessuno lo faceva e quindi non mi veniva in mente…ho iniziato dopo, mentre studiavo…150 ore…pacchettini regalo in profumeria…pulizie negli uffici la sera…cameriera non mi è mai capitato! Però sono assolutamente a favore, spero anzi che i miei figli inizino presto, ovviamente qualcosa di adatto…non li manderei certo a fare lavori pesanti…ma educativi sì. E che possano servire…imparare a fare una pizza può tornare utile sempre 😉

  • Tre mesi di vacanza scolastica sono un'esagerazione per me, ma su questo non abbiamo molto potere decisionale. Cosa fare del tempo però sì: lavorare mi sembra un'ottima soluzione per scacciare la noia adolescenziale e imparare qualcosa di utile, ma non la vedo come l'unica alternativa.
    Io da studentessa non ho mai lavorato in estate (davo ripetizioni di matematica all'università, ma durante l'anno scolastico) eppure avevo mille cose da fare: un mese abbondante mi andava via in oratorio dove facevo l'animatrice, il resto del tempo mi passava facendo i compiti, leggendo, uscendo con gli amici e andando in vacanza.
    Il punto secondo me non è lavorare o meno, ma impegnare il tempo in attività costruttive.

  • Io ho cominciato a fare qualche lavoretto solo negli anni dell'università. Penso che non imporrò ai miei figli il lavoro estivo, se stanno studiando… Studiare alla fine è come lavorare per come la vedo io e se uno lo fa bene richiede durante tutto l'anno molto impegno, forse anche di più che per fare certi lavori… Tempo per andare a lavorare ce ne sarà, quindi ok se ne hanno l'esigenza e vogliono magari avere qualche soldo in più in tasca. Diversamente a 15-16 anni preferisco che si godano le vacanze

  • Anche io ho iniziato a lavorare prestissimo come babysitter, animatrice, aiuto compiti, ecc. Mio figlio ha 9 anni e spero che quando sarà più grande abbia la mia stessa inclinazione per il lavoro, così si respinsabilizzerà e capirà il valore dei soldi guadagnati con il proprio sacrificio

  • Lo facevo da ragazzina, e sto cercando di inculcarlo anche ai miei ragazzi! E’ un modo per tenerli occupati, ed anche per responsabilizzarli a crescere ed essere indipendenti!

  • Anche io da ragazzina ho sempre fatto qualcosa ma non c’erano di certo i problemi che ci sono ora. Mio figlio che ha 14 anni vorrebbe trovarsi un lavoretto estivo ma nessuno lo prende perché non si può far lavorare “legalmente” un giovanissimo e (giustamente) non vogliono rischiare. Quindi che gli si fa fare?

  • Io non ho mai lavorato da ragazzina, ma solo dopo il diploma, credo che dipenda molto dal luogo dove si vive, se offre o meno qualcosa di adatto. Mia figlia sedicenne sfrutta le sue capacità artistiche e sta mettendo via un certo gruzzolo, pitturando a destra e a manca.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.