Che cos’è la PMA e chi può farla

pma

Sentiamo sempre più spesso parlare di PMA, ma cosa significa? Se un tempo si parlava di “fecondazione artificiale”, oggi si utilizza una terminologia più scientifica e includente, e cioè procreazione medicalmente assistita. Si tratta, quindi, di ricorrere all’aiuto della scienza per procreare, avere figli.

Un percorso in più step

Il ricorso alla PMA è più diffuso di quanto si pensi: nel 2018 sono stati applicati 97.509 cicli di PMA di ogni livello. Ma cosa significa di ogni livello? La procreazione medicalmente assistita ha diverse fasi che variano a seconda del motivo per cui si fa ricorso. Inoltre, oggi è possibile effettuare anche la fecondazione eterologa in Italia.

Primo livello di PMA: la IUI

Il primo livello è quello della IUI, cioè l’inseminazione intrauterina, che consente di depositare il seme, trattato, all’interno dell’apparato riproduttivo femminile. In pratica, si sostituisce l’atto sessuale ottimizzandone le possibilità grazie al trattamentop del seme e a un lieve ciclo ormonale per favorire la crescita dei follicoli. Chi può fare la IUI? Chi ha un’infertilità senza causa apparente, chi ha infertilità maschile lieve, chi soffre di endometriosi.

Secondo livello di PMA: la FIVET

La FIVET è più comunemente conosciuta come fecondazione in vitro. Ovulo e spermatozoo vengono quindi uniti in laboratori specializzati, dopo il prelievo, quindi appunto in vitro. In questo caso, si procede con la stimolazione ovarica controllata per ottenere gli ovuli che saranno poi fecondati. Una volta ottenuti gli embrioni, questi saranno mantenuti in coltura per alcuni giorni e poi trasferiti in utero (o uno soltanto sarà trasferito e gli altri conservati). La FIVET è indicata per chi ha già provato più volte senza successo la IUI, per chi ha patologie che interessano le tube o endometriosi grave, per donne in età avanzata quindi con scarsa qualità ovarica, coppie in cui la quantità e qualità del seme sia scarsa, coppie per cui serve uno studio genetico pre-impianto.

Terzo livello di PMA: la ICSI

La ICSI è molto simile alla FIVET, ma molto più precisa e prevede un minor impiego di spermatozoi. Rispetto al precedente livello, infatti, cambia proprio l’inseminazione, che viene fatta con un solo spermatozoo che viene microiniettato all’interno dell’ovulo. Senza l’ICSI sono necessari tra i 50.000 e i 100.000 spermatozoi, per questo è particolarmente indicata per coppie con scarsissima motilità o quantità di spermatozoi.

Altre tecniche: FER (scongelamento di embrioni), FO (scongelamento di ovociti)

Ai tre precedenti livelli si aggiungono altre due tecniche sempre più in uso. Si tratta di FER e FO. FER sta per scongelamento di embrioni: si tratta di recuperare embrioni conservati precedentemente, magari dopo una FIVET o una ICSI. I motivi per congelare gli embrioni possono essere diversi, come per esempio il fatto di averne ottenuti diversi grazie alla procedura ma non voler avviare più di una gravidanza allo stesso tempo.

FO sta invece per scongelamento degli ovociti, quindi si tratta solo del prodotto femminile non ancora fecondato. Questa tecnica è molto diffusa tra le donne che devono sottoporsi a cure mediche come, per esempio, la chemioterapia.

E la fecondazione eterologa?

La fecondazione eterologa in Italia è possibile soltanto da alcuni anni. Come ricorderete, forse, la legge 40 del 2004 limitava questa opzione per gli italiani, sia nel caso di coppia stabile necessitante gameti di un terzo, sia nel caso di single. Dal 2014, però, le cose sono fortunatamente cambiate e oggi anche in Italia è possibile ricorrere a spermatozoi o ovuli di un donatore esterno qualora non si riuscisse a concepire. Un passo avanti per il progresso del paese che ha permesso, solo negli ultimi anni, di far nascere quasi 6000 bambini, regalando così il sogno di un figlio a chi pensava di non avere speranze.

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