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Figli

4 Settembre 2012 1 Novembre 2017

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50sfumaturedimamma

Crescere figli e vivere green 🌱🧘
tra lavoro, cucina, piante, libri, gatti, casa e viaggi.
Tutte le 50 e più sfumature della donna di oggi.

50sfumaturedimamma
In questi giorni il ricordo di ciò che successe u In questi giorni il ricordo di ciò che successe un anno fa non mi abbandona.

L'esplosione di queste varianti e le scuole che ricominciano a chiudere mi fa pensare forte a quando tutto è cominciato e la paura di ricaderci dentro con tutte le scarpe, non vi nego, è tanta.

Lunedì mio figlio soffiava le candeline sulla torta e io pensavo al 24 febbraio 2020, quando il primo giorno di chiusura delle scuole fece lo stesso, in una serata densa di preoccupazioni, col mondo intorno a noi che cambiava mentre il resto dello stesso mondo andava avanti ancora un po', inconsapevole di quel che stava piombando addosso a tutti.

Certo, l'importante è stare bene e il resto viene dopo, ma non posso smettere di pensare alla vita che stanno facendo i miei figli.

Uno, che diventa ragazzo ogni giorno di più, pressoché da solo, e che se mai potrà tornare libero, avrà un'età in cui le misure con la vita avrebbe già dovuto cominciare a prenderle anni prima. 
Cosa sarà del suo diventare grande?
Lo starà facendo comunque nel modo giusto per il suo cervello?
Per il suo corpo?
Per la sua anima?

L'altra che sta facendo un millesimo delle esperienze del fratello alla sua età, che mi sembra così priva di possibilità di vedere e di fare, 
che se va al parco le sembra di andare sulla Luna, 
che se mangia un gelato all'aperto con un amichetto, crede sia una festa.
Un anno fa la portai a una festa di compleanno e proprio in questi giorni se n'è ricordata. È stata la sua prima, unica e ultima vera festa e la ricorda proprio così, come LA festa.

E quando lo ha detto, quando ha detto "LA festa" volevo piangere.

Lo so che conta stare bene, lo so, lo so.

Ma in testa ho tutto questo.
E non posso fare finta di non avercelo.

#50sfumaturedimamma
Vorrei dirvi che fare il genitore è semplice, che Vorrei dirvi che fare il genitore è semplice, che passati i primi tempi, quelli dello smarrimento, della fatica e delle notti insonni, poi è tutto in discesa, si respira, si fa tutto semplice.
Ma mentirei.
Essere genitori è l’esperienza più incredibile della vita, ma è anche la più sfidante. È qualcosa che nessuno ti insegna, e quando pensi di aver imparato ti tocca tornare alla casella di partenza e ripetere tutto da capo, sperando che nessun intoppo si metta nuovamente sulla tua strada.
Essere genitori è complicato, sì, ma è anche bellissimo.
È bellissimo perché ogni nuova sfida non è soltanto una fatica, ma anche un modo per conoscersi e crescere, un modo per diventare qualcuno che altrimenti non saremmo mai diventati.
Perciò non scoraggiatevi: è vero che la strada è in salita, ma il premio alla fine vale tutto il viaggio.
Degli esseri umani da donare al mondo, e li avremo fatti proprio noi.
E' troppo facile per chi ha bambini piccoli dire c E' troppo facile per chi ha bambini piccoli dire come si comporterà quando chi oggi ha 2 mesi o 2 anni o anche 7, avrà 12/13/14 anni e ancor di più.
Mi fa sorridere la foga con cui questi genitori si scagliano contro chi ha ormai dei ragazzi per imputargli colpe, mancanze, leggerezze.
Sono pieni di convinzioni sull'autonomia nei compiti, sulla tecnologia, sull'uso del pc alla scuola media, del cellulare, dei social.
Sono convinti che sui propri figli niente avrà influenza se non loro e che se a 3 anni sono perfetti, così saranno anche a 15.

E io ve lo auguro.

Vi auguro che davvero andrà così, che le vostre convinzioni non debbano scontrarsi con difficoltà  delusioni cocenti, con il raccolto di frutti che non vi aspettavate, con diagnosi che non avevate messo in conto, con parole e pensieri che non sono vostri e nemmeno condividete... con la vita, insomma.

Ché la vita sorprende.
E vivaddio che sorprende!
Perché anche quando non è come vi aspettavate, essere genitore è un'avventura  tanto complessa quanto entusiasmante.

E' quando i figli crescono che cominciate a tirare le somme del vostro operato come genitori e sì, ci saranno cose che non sono andate come credevate sarebbero andate, ma quante ce ne sono che vi sorprendono invece positivamente?
Quanta meraviglia c'è?

E' quando i figli crescono che l'infinita scala di grigi si srotola davvero davanti ai vostri occhi e quelle 4 sfumature dell'infanzia diventano migliaia, nel bene e nel male.

Non è vero che quando i bambini crescono diventa difficile davvero, difficile lo è sempre,!
E' solo diversamente difficile: la fatica è meno fisica, più psicologica e mentale, logorante non nel corpo, ma nei pensieri.

Non giudicate il genitore dell'adolescente, mentre vi pulite dal rigurgito di un neonato.
Concentratevi sul presente.
E date tempo al tempo, siate clementi.
Osservate, studiate, preparatevi.

E intanto, invece di puntare il dito credendo di sapere tutto, godetevi ogni fase, perché nel bene e nel male, non torneranno più.

La genitorialità non è una gara di velocità, è una maratona e la prestazione di un maratoneta non si giudica al quinto chilometro, ma al quarantaduesimo.

#50sfumaturedimamma
Avere figli mi ha insegnato che la felicità sta n Avere figli mi ha insegnato che la felicità sta nelle cose piccole, piccolissime. A volte hanno la taglia di cinque dita paffute che si stringono intorno a un indice, altre sono impalpabili, eppure così concrete da dare quasi le lacrime.
Avere figli mi ha insegnato anche a sfidare le mie paure, a prendere voli che non avrei mai preso, a salire sull’ascensore di Disneyland e a fare molte altre cose che, credetemi, la me che si spaventava anche stando a casa non avrebbe mai fatto.
Ma soprattutto avere figli mi ha insegnato a sognare, a credere che le cose belle avvengono, talvolta, quando ci si crede e ci si prova.
Se ho avuto il coraggio di scrivere un romanzo, e poi di credere che qualcuno l’avrebbe amato, e pubblicato, è per quella pazzia che mi hanno trasmesso loro. Perché a volte quando si cresce ci si dimentica di quella parte lì, quella che ci fa credere che tutto sia possibile, che basti sognare, esprimere un desiderio.
Io l’ho espresso, certo mi son data anche da fare, ma il mio sogno si è avverato: il mio romanzo uscirà il 25 marzo.
E per questo devo dire grazie alle mie bimbe, che mi hanno insegnato a guardare le stelle con la stessa magia dell’infanzia ✨
Qualche giorno fa sotto un post a tema maternità/ Qualche giorno fa sotto un post a tema maternità/lavoro c'è stata l'ennesima sequela di commenti del genere "pori figli" (grazie, stanno un fiore) e "potevi non farli, tanto era uguale".
Non è questo il punto, ma da qui parte una riflessione: 

sono anni che mi chiedo perché una donna che lavora non dovrebbe fare figli per certe donne (un uomo che lavora sì, però, perché quello non conta!), che cosa scatti nel loro cervello per arrivare ad affermare queste cose: 
posto che ognuno ha il diritto di avere la propria idea di genitorialità, maternità, famiglia e realizzazione personale,
perché credere che sia giusto fare figli se non lavori?
Una casalinga è una mamma vera?
E perché mai?
Dove sta il nesso?
Ha più tempo, dicono.
E allora perché ogni volta che si dice che una mamma che lavora non ha tempo parte la lotta del "ne ho meno io che sto a casa" " fare la casalinga è un lavoro e va stipendiato" " beata te che lavori: hai la giornata più leggera e non ti alieni a casa"?

Ma perché scattiamo tutte come molle su questo tema?
È un nervo scoperto evidentemente.
E lo è da entrambe le parti.

Il lavoro femminile in Italia è un problema, lo è da sempre e continua ad esserlo.
E ho l'impressione che finché continuiamo a raccontarci che non lo sia, lo resterà: la maternità c'entra poco col lavoro, il lavoro attiene alla sfera della realizzazione personale che sì, passa anche dal lavoro, come passa dalla maternità, dall'amore, dalla socialità, dall'aver trovato la propria dimensione e il proprio posto nel mondo.
La madre che lavora è madre buona o meno a prescindere dal lavoro, così come la madre che non lavora può essere meravigliosa o un danno vero.

Non esiste un giusto o uno sbagliato, 
ma ho l'impressione che il giusto assomigli più ad un efficace sostegno a tutte le famiglie perché si sia tutti, madri e padri, liberi di scegliere di lavorare o di non farlo assecondando la propria idea di vita, prima ancora che di famiglia.

Per questo dovremmo lottare.
Tutti.
Oggi più che mai
Questa sono io, sorridente in una improvvisa e ins Questa sono io, sorridente in una improvvisa e insperata zona arancione, 
con un baozi alle verdure in mano, 
seduta su una panchina,
al sole,

prima che il cellulare mi comunicasse: Vittoria in quarantena per contatto con positivo.

E il mio sorriso sparisse.
Si ricomincia.
Non sapevo se ridere o se piangere: mesi ad aspettare qualche ora di libertà e un pranzo al sole e... Niente, ci risiamo.
"Ragazzi, a casa!".

Ma parliamone: quante sono in quarantena? A quanti dei vostri figli è successo e quante volte? Quante quarantene potete vantare? 😎🙈

E qual è la cosa più difficile e quale il consiglio più prezioso?

Siamo in ascolto noi #50sfumaturediquarantena (tutte causate dai figli 🙈😡)
La prima volta che ti ho visto ho cercato di piang La prima volta che ti ho visto ho cercato di piangere, volevo farlo davvero, ma non ci riuscivo. Nonostante la stanchezza, nonostante l’emozione, io non riuscivo a farmi uscire le lacrime. E lo ricordo bene perché pensai, proprio in quel momento, che la mia vita come madre sarebbe stata segnata: ero nata imperfetta e tale sarei rimasta per sempre. Mi resi conto anche che da quell’attimo in poi avrei disatteso aspettative, desideri e sogni, i tuoi soprattutto. Perché prima di tutto ti avevo immaginata del tutto diversa da come eri, forse più bella, forse solo diversa. Poi perché sentivo proprio che no, non ero nata per fare la madre e mi dissi, ma in segreto, dentro di me, ma perché l’ho fatto? Perché mi sono intestardita e ho messo al mondo una creatura?
Poi sono passati gli inverni, è scesa la neve, è tornato il sole. Ci sono state così tante primavere e giri intorno al sole che non ricordo nemmeno più che persone eravamo. Se mi guardo indietro fatico a riconoscerci mentre cresciamo insieme, eppure mi sembra quasi che prima di te io non fossi esistita, che la me come sono oggi, quella arrivata fin qui, sia una persona tutta nuova nata con te. Impaurita, a tratti terrorizzata, spesso stanca, eppure migliore.
Anche se di errori ne faccio sempre tanti, tu ragazzina mia sei un capolavoro, e se mi avessero detto, undici anni fa, che quel cosino che tenevo sul petto sarebbe diventato te, proprio te, non ci avrei mai creduto. Chissà se un po’ ti ho aiutato anch’io, a diventare quel che sei. 
Buon compleanno, Pepita mia.
I giorni passano tutti uguali. Per qualcuno va ben I giorni passano tutti uguali.
Per qualcuno va bene così, per molti di noi, bambini inclusi, inizia a non andare più bene. Anzi, a dire il vero, non lo è più da tanto.
Al principio mi dicevo ma dai, hai viaggiato così tanto, vissuto così tanto, che sarà mai? Non hai niente da rimpiangere. 
Ma non avrei mai pensato che i viaggi sarebbero stati il mio ultimo pensiero. Mai avrei pensato di bramare la normalità: andare a trovare mia mamma, andare sulla neve, uscire con le amiche, far giocare le mie figlie con chi vogliono, accompagnarle in palestra, andare in piscina insieme e, quando non ho voglia di vedere nessuno - perché quante volte mi è successo, prima! - prendere un libro, o il pc, e andare in un bar qualsiasi.
Guardo al domani e mi chiedo quale sarà il prossimo passo che mi farà emozionare.
Guardo al domani e penso che tutti noi abbiamo una grande opportunità: imparare di nuovo ad amare le piccole cose, come fossimo bambini, come se non avessimo ancora vissuto.
Emozionarci per la semplicità.
Non dare per scontato.
Forse non durerà per sempre, ma per un attimo ci farà credere di essere tutti molto felici.
E almeno questo ce lo meritiamo.
Cosa ne pensate delle bambine che si truccano, si Cosa ne pensate delle bambine che si truccano, si imbellettano, si atteggiano a signorine?
Qual è il confine tra gioco di emulazione e incitamento (nostro) alla vanità (loro)?
Ed è negativo stimolare o comunque accettare la vanità di una bambina? E quando si passa dall'emulazione, dalla vanità alla presessualizzazione?
Sono cose che mi chiedo e che, non ve lo nego, mi portano a non avere in simpatia questo genere di giochi.
Quando la vedo truccarsi o sui tacchi (miei), non lo nascondo, mi disturba.
Cerco di tenermi a bada, di mettere a tacere il giudizio, di pensare che sia solo un gioco, così come certamente è, ma non vi nascondo che non è una cosa che mi fa ridere come vedo invece fare a molte mamme, spesso quasi inorgoglite dalla piccola donnina che si atteggia a miss.
Cerco di non dare un nome alle cose, di tenerle sul piano del gioco e la lascio fare, ma non sono stata io a regalarle i primi trucchi e non arrivo certo a comprare le ciabattine coi tacchi o a sorridere se sculetta: è un mio limite.
Giusto?
Non lo so.
Non credo affatto che la femminilità sia un limite né che non si possa essere contemporaneamente intelligenti, preparate e carine e curate, eppure non riesco a convincermi che sia cosa buona e giusta stuzzicare la piccola donna che è nelle bambine.
Che cosa ne pensate voi?
Come vi comportate?

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Cinquanta sfumature di mamma in 20 test molto poco scientifici

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50sfumaturedimamma.com nasce nel 2012, in un caldo pomeriggio d’estate: “e se scrivessimo di maternità a modo nostro, prendendoci in giro?”. Da lì a scegliere un nome in voga al momento il passo è stato breve: volevamo distinguerci fin da subito. In realtà, 50 sfumature di mamma racchiude tutte le mamme che ci sono in ognuna di noi. Abbiamo creato le fenomenologie della mamma non per aumentare le differenze, ma per diminuirle. Perché non importa come allattiamo, come partoriamo, come passeggiamo, non c’è un modo giusto di essere mamma se non quello per cui tutte siamo state programmate: amare i nostri figli. Oggi questo resta un blog di tre amiche diverse tra loro eppure accomunate da un grande, enorme, forse utopico progetto: avvicinare le donne, fare in modo che si sostengano a vicenda, abbattere i pregiudizi e i giudizi e fare finalmente rete. La strada è ancora lunga, ma noi ci crediamo!

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Per informazioni: contact@50sfumaturedimamma.com

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